Albidona-17/07/2016: Un patrimonio da conoscere e da salvare. Un invito dell’Altra cultura all’escursione estiva per conoscere il territorio: le cascate, i siti archeologici, le vecchie masserie, i ruderi dei mulini ad acqua, le fontane

Cascata dei Canale forno
Cascata dei Canale forno
L'Armo di Mastromano
L’Armo di Mastromano

Albidona: un patrimonio da conoscere e da salvare. Un invito dell’Altra cultura all’escursione estiva per conoscere il territorio: le cascate, i siti archeologici, le vecchie masserie, i ruderi dei mulini ad acqua, le fontane

 

Il gruppo l’Altra cultura di Albidona sta insistendo da tempo, per far conoscere il territorio, dove sono alcuni siti naturalistici di incantevole bellezza, i reperti archeologici e gli antichi luoghi del lavoro umano: le vecchie masserie, i mulini ad acqua, i “trappeti” a trazione animale,  le fornaci. Alcune masserie sono ancora in piedi ma altre sono crollate o sono sommerse tra le sterpaglie. Ma c’è ancora qualche traccia dei vecchi mulini del Saraceno e dell’Avena, delle fornaci di Verte, Martucci, Cardeo, Timpone del Tarantino e  Promenzano. I boschi del pino d’Aleppo, del leccio e della macchia mediterranea, le sorgenti d’acqua dove si andava ad attingere acqua, con i barili caricati sul basto degli asinelli e dei muli; la mitica Fontana fetente del bosco Potenta non è lontana dal centro abitato e dalla Madonna del Càfaro. Sono luoghi ancora ameni e incontaminati.

Le Cascate del Canale del forno, del Canale Massènzio e del Canale Franciardi sono lontane e in luoghi impervi, ma i più giovani le hanno già visitate rimanendone estasiati. Ci sono anche i siti archeologici: la grotta di Timpa Santa Lanùra (Piano Senise), le grotte di Mostarico e di Muleo, l’Armo di Mastromano. Altri siti archeologici del territorio, citati da alcuni autori, riguardano  i reperti della Fontana dell’aria, del Gioro e del Coppone.

Non è, certo, una semplice passeggiata di solo svago per l’aperta campagna; l’itinerario è anche un po’ faticoso e selvaggio, ma un’occasione autenticamente culturale per conoscere i luoghi dove hanno lavorato i nostri antenati e anche i nostri genitori. Bisogna conoscere e valorizzare il territorio: si trova tra il bel mare Jonio e lo stupendo massiccio del Pollino.

Ma si potrebbero effettuale anche delle visite, “fuori le mura”, per conoscere anche i nostri dintorni dell’Alto Jonio, della Sibaritide e del Pollino: il Centro Studi calabro lucano di Oriolo, le Gole di  S.Lorenzo Bellizzi, il convento degli Antropici di Nocara, e anche il Codex purpureus di Rossano, recentemente riprodotto, per farlo usufruire al pubblico.

Abbiamo fatto appello per la pulizia dei sentieri: occorrerebbe ripristinare le vecchie vie di campagna, non solo per raggiungere i suddetti siti ma anche per prevenire gli incendi estivi. La gente e i soccorritori rischierebbero di perdersi nei boschi impenetrabili. Ma la manutenzione delle strade rurali e dei boschi serve anche ai contadini e ai visitatori di questi siti. A fine luglio, ci potremmo incontrare con tutti quelli che, per una mezza giornata di volontariato, potrebbero darci una mano per la pulizia dei detti sentieri e per la segnaletica dei siti naturali. (Giuseppe Rizzo)