Rocca Imperiale-17/08/2016:Al festival “Il Federiciano”, Mogol festeggia i suoi primi 80 anni: «Rocca Imperiale è la mia seconda casa».

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Al festival “Il Federiciano”, Mogol festeggia i suoi primi 80 anni: «Rocca Imperiale è la mia seconda casa».

Di FRANCO MAURELLA

Il ritorno al festival “Il Federiciano” del più importante paroliere italiano ha rappresentato un evento di grande rilevanza artistica, di stile e di affetto verso l’editore Giuseppe Aletti, promotore del concorso internazionale di poesia.  Alla sua terza partecipazione alla manifestazione, realizzata dall’editore Aletti con il sostegno del comune di Rocca Imperiale e della Regione Calabria, Mogol fa un importante omaggio alla cittadina e ai suoi abitanti ed ai suoi ospiti, festeggiando i suoi 80 anni proprio nel suggestivo borgo calabrese della provincia di Cosenza. Qui, per l’occasione, ha “trasferito” per due giorni la sua Scuola per Autori – il CET – tenendo un corso di formazione dedicato  ai partecipanti alla rassegna poetica. Ha portato con sé il docente Gioni Barbera, che tra le altre cose è anche collaboratore della cantante Arisa. La presenza di Mogol per il terzo anno consecutivo, ha rappresentato una grande opportunità per Rocca Imperiale, che si propone come esempio di turismo consapevole per la Calabria, frutto di un lavoro sinergico tra pubblico e privato, rilanciando la sua etichetta di “paese del limone Igp, del cinema e della poesia” proprio nei giorni del festival. Mogol ha speso parole di encomio per l’elegante cittadina, che ha definito come la sua “seconda casa”, rimarcando l’affetto che lo lega a questi luoghi e ricordando, in particolar modo, il maestoso castello costruito da Federico II. «È il più bel maniero che abbia mai visto in tutta la mia vita! – ha confessato Mogol nel suo incontro con il pubblico -. “Una beffa – ha aggiunto – per tutti coloro che hanno provato ad espugnarlo. Non avrebbero mai potuto conquistarlo, è perfetto».   Ha poi rivolto parole di stima al direttore artistico Giuseppe Aletti, suo carissimo amico. Alla domanda su come siano stati i suoi «primi 80 anni» di vita, il noto paroliere ha commentato scherzosamente che non vorrebbe «vivere fino a 160 anni!», ricordando poi la sua lunga carriera artistica con all’attivo 1500 canzoni, molti successi, i momenti e le collaborazioni importanti con Lucio Battisti, ma anche con Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, Gianni Bella, quest’ultimo da lui definito “un vero genio”. Poi il taglio della torta, in Piazza d’Armi, all’interno del castello di Federico II, affidato per volere di Mogol ad un bambino come a simboleggiare la continuità della vita. “Per una sorta di similitudine tra il presente e il futuro” è stato il commento del paroliere.  «Il mio mestiere è vivere la vita!» ha concluso, quindi, citando le parole di una sua famosissima canzone.