Trebisacce-25/10/2016: LA MUSICA E’ PREGHIERA

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Mons. Frisina
Mons. Frisina

LA MUSICA E’ PREGHIERA

 

Il canto è benedizione dei fedeli, lode a Dio, elogio del popolo, plauso di tutti, parola adatta ad ogni uditore, voce della Chiesa, professione canora di fede, devozione sublime, letizia di liberazione, grido di allegrezza, profluvio di letizia. Il canto mitiga l’iracondia, placa le ansie, dà sollievo alle afflizioni. Il canto è un’arma che ci protegge nella notte, è una fonte di insegnamenti lungo il giorno, ci fa da scudo nel timore; riempie di festa il cammino della santità; manifesta il volto della nostra serenità. E’ un pegno di pace e di concordia; pace e concordia che, come in una cetra, si manifestano mediante un’unica melodia composta da molte voci diverse ed ineguali. Nel canto la dottrina gareggia con la bellezza: mentre si prova diletto cantando, si acquista conoscenza di dottrina per ammaestramento. Il canto ispirato spinge chi esegue e chi ascolta alla virtù. Se suonato con il plettro dello Spirito fa scendere sulla terra la dolcezza della musica del cielo”. (Sant’Ambrogio)

I giorni 21,22 e 23 ottobre 2016 resteranno indelebili per tutto  il Coro della Parrocchia Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria di Trebisacce, grazie ai momenti altamente emozionanti e gratificanti vissuti da ognuno dei coristi, dalla Direttrice Professoressa Loredana Bastanza e dal Parroco don Vincenzo Calvosa.

Infatti, nella splendida Città del Vaticano, in Memoria Liturgica di San Giovanni Paolo II, si è svolto il Giubileo delle Corali, straordinario evento che ha visto la partecipazione di circa ottomila coristi provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero, uniti dalla Musica intesa come preghiera, quindi coinvolti in un afflato meraviglioso l’un l’altro.

Questo articolo non vuole essere una mera cronaca di un evento ma, al contrario, desidera essere un contenitore di emozioni personali, vissute con il cuore aperto, pronto a recepire gli insegnamenti trasmessi ad ognuno di noi da quanti ci hanno dato questa splendida opportunità.

Il Giubileo delle Corali è iniziato venerdì 21 dove, nella meravigliosa Aula Nervi, si è svolto il Convegno fondato sul tema: “Cantare la Misericordia”.

Sono stati momenti veramente esaltanti dal punto di vista del coinvolgimento emotivo e culturale e tutti i relatori hanno fatto sì che ognuno dei partecipanti riflettesse sul significato vero e profondo della Musica e sul senso della vita. Un plauso di cuore a  Mons. Guido Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, Mons. Massimo Palombella, Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, Mons. Vincenzo De Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, P. Marko Ivan Rupnik, artista, teologo e Direttore del Centro Aletti e Mons. Marco Frisina Direttore del Coro della Diocesi di Roma.

Monsignor Marco Frisina ama dire: «Con la musica racconto la Misericordia del Padre” e questo suo pensiero si è riflettuto pienamente in questo contesto fatto di profondità interiore attraverso il Canto liturgico.

Sabato 22 ci ha visti partecipare  all’Udienza Giubilare del Santo Padre, alla presenza di oltre centomila persone provenienti da ogni parte del mondo.

Francesco, anche in questa occasione, ha sottolineato l’importanza del dialogo, della tolleranza, della semplicità d’animo e della umiltà, virtù necessarie per “vivere” la vita in modo consono e superare le barriere che ci separano.

Nel pomeriggio, sempre nell’Aula Nervi,  le Corali partecipanti, in un’atmosfera meravigliosamente unica e suggestiva, hanno condiviso, unitamente al Coro della Diocesi di Roma ed all’Orchestra Fidelis et Amati, diretti da Mons. Marco Frisina , il Concerto dedicato a San Giovanni Paolo II e alla Divina Misericordia.

Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole. E verso chi è più giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso l’ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non puoi esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d’altra parte non puoi tacerlo, che cosa ti rimane se non “giubilare”? Allora il cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe. Cantate a lui con arte nel giubilo”.  (dal Commento sui Salmi,  Salmo 32, Disc. 1, 7-8; CCL 38, 253-254).

E quanto giubilo c’è stato tra i circa ottomila coristi in questa serata che, grazie alla Musica, è riuscita a far riscoprire il piacere della preghiera attraverso le note, attraverso le parole, attraverso l’immedesimazione e la introspezione personale.

In occasione del Giubileo don Marco Frisina è stato scelto da Papa Francesco come missionario della Misericordia ed il trasporto che è riuscito a dare nel corso di tutto il Concerto è stato eccezionalmente emozionante per tutti gli intervenuti.

Ricordiamo uno straordinario passo della Bibbia, dove suono e canto vengono descritti come veicoli in grado di provocare l’incontro con Dio.  Siamo nel secondo libro delle Cronache: “la costruzione del tempio (siamo al tempo del Re Salomone) è ultimata; il sacro edificio risplende in tutto il suo fulgore e trionfo di arte. Per il Signore è stato fatto e speso il massimo. L’arca è introdotta nel cuore del tempio, ma” avvenne che, usciti i sacerdoti dal Santo ( ) mentre tutti i leviti cantori ( ) vestiti di bisso, con cembali, arpe e cetre, stavano in piedi a oriente dell’altare e mentre presso di loro centoventi sacerdoti suonavano le trombe, avvenne che, quando i suonatori e i cantori fecero udire all’unisono la voce per lodare e celebrare il Signore e il suono delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti si levò per lodare il Signore (…) allora il tempio si riempì di una nube, cioè della gloria del Signore” (5,11-13).

Ecco che allora il suono e il canto diventano liturgia.

Quando dagli occhi scende una lacrima, oppure sulle labbra nasce un sorriso, allora vuol dire che la musica ha fatto centro. Ebbene, in questo meraviglioso incontro, la performance del Coro della Diocesi di Roma ci ha commosso, e non poco, pertanto possiamo dire che, grazie alla loro bravura, diventa realtà quel sogno di trasmettere spiritualità anche attraverso la musica.

Come sempre, la Musica è diventata Preghiera, in un afflato meraviglioso, con i canti che diventavano tutt’uno con la meditazione del momento, un mix di melodia e sacralità che ha permesso ai coristi di immergersi in attimi di silenziosa introspezione individuale.

Quando la Musica riesce a trasmettere tutto ciò e diviene preghiera, allora vuol dire di essere riuscita nel suo scopo, che non è soltanto quello di accompagnare la Santa Messa, ma diviene Messa anch’essa, con quei singulti interiori che permettono di “vivere” il mistero rendendolo quasi palpabile con il cuore oltre che con l’udito.

Papa Francesco, in occasione del 40° Congresso Internazionale, quando incontrò seimila Pueri Cantores, disse: “Vi dico una cosa: il canto educa l’anima, il canto fa bene all’anima. Per esempio, quando la mamma vuol fare addormentare il bambino, non gli dice: “Uno, due, tre, quattro…”. Gli canta la ninna nanna… la canta… e gli fa bene all’anima, il bambino diventa tranquillo e si addormenta. Sant’Agostino dice una frase molto bella. Ognuno di voi deve impararla nella propria lingua. Parlando della vita cristiana, della gioia della vita cristiana, dice così: “Canta e cammina”. La vita cristiana è un cammino, ma non è un cammino triste, è un cammino gioioso. E per questo canta. Canta e cammina, non dimenticare! E così la tua anima godrà di più della gioia del Vangelo.

Pensiamo che non è possibile fare luce se non si è “esseri” di luce. Tutti dobbiamo essere fervorosi nella preghiera: personale e comunitaria. Molto spesso i giovani non imparano a pregare, proprio perché coloro che dovrebbero insegnare loro a fare ciò non sanno pregare. Ecco allora che anche la Musica può divenire strumento fondamentale per avvicinare giovani e, perché no, anche meno giovani, alla Chiesa. Essere fervorosi nell’azione. Che non significa soltanto dinamismo, ma perseveranza, tenacia, ostinazione nelle iniziative intraprese. Non lasciare mai nulla a metà.Ci sovviene in mente un pensiero di W. Churchill che diceva: “ E’ inutile dire: facciamo del nostro meglio. Dovete riuscire a fare quel che è necessario”. Mai come in occasione del Giubileo delle Corali, il pensiero di Churchill trova conferma, infatti la dinamica Direttrice del Coro Polifonico di Trebisacce, Professoressa Loredana Bastanza, con caparbietà, professionalità, dedizione ed umiltà, con la collaborazione di tutti i cantori e del Parroco, don Vincenzo Calvosa, è riuscita a realizzare questo sogno di essere nella Città Eterna, che resterà davvero indelebile nel cuore di quanti hanno avuto la fortuna e la gioia di parteciparvi.

Cosa dire del Coro della Diocesi di Roma e della Orchestra Fidelis et amati? Le bellissime voci intonavano note che sembravano provenire dall’Alto, tanto erano “sentite” e “vissute” ed allora, proprio in questi istanti, la Musica diventa una missione, capace di avvicinare popoli, superare barriere, abbattere muri, vincere guerre, permettere di non fare alcuna differenza di pelle e di cultura.

La voce suadente dei cantori e la interpretazione musicale, davvero eccezionale dell’Orchestra, hanno rappresentato un momento particolarmente “sentito” da tutti, in quanto hanno messo il cuore e l’anima nel loro ministero.

Ebbene, una così eccellente missione sarebbe nulla se non fosse originata, accompagnata e giustificata sempre dalla carità, infatti quest’ultima “anima”, sostiene un’operosa solidarietà attenta alla totalità dei bisogni dell’essere umano.

Un ringraziamento ed un plauso a tutti ma, personalmente, sento di dover ringraziare, oltre a Mons. Frisina, anche Oriana Oliverio e Zita Mucsi per la sensibilità  e per dimostrare come, con umiltà e disponibilità umana, si possa rappresentare dei punti di riferimento certi e precisi.

Un ringraziamento particolare anche a Riccardo Rossi che, insieme al suo staff (Domenico, Francesco, Carmela, Massimiliano…), ha reso possibile che la macchina organizzativa del Giubileo partisse e concludesse il suo percorso in modo eccellente. Sempre con grande umiltà e dedizione.

E come dimenticare Emanuele e Daniela, validissimi diretti collaboratori di Mons. Frisina? Ognuno di loro ha rappresentato un tassello importante, fondamentale ed insostituibile per la perfetta riuscita di questo straordinario momento di unione.

Eventi come questi servono anche a far riscoprire i nostri valori nascosti, quei valori che sembra siano andati persi ma che, invece, ognuno di noi ha nel recondito del proprio cuore e deve essere in grado di tirar fuori. E quale occasione migliore della Musica? Quella Musica liturgica che , come già detto, costituisce una forma di preghiera molto gradita al Signore, perché dettata dal profondo e i coristi di Trebisacce hanno saputo dare il meglio, con umiltà e delicatezza di sentimenti, facendo trasparire dai loro occhi una commozione che trasportava anche i fedeli convenuti.

Domenica 23 ha visto il Pellegrinaggio alla Porta Santa con la Santa Messa nella Basilica di San Pietro, presieduta da S.E.R. Mons. Rino Fisichella, il quale nella sua omelia ha sottolineato che  “Il nostro servizio è quello del canto, che non è una cosa secondaria, nella vita della Chiesa. Il canto può essere realmente una forma di nuova evangelizzazione“.

L’Angelus di Papa Francesco in una Piazza San Pietro sempre gremita da migliaia di fedeli, ha concluso questo percorso intenso di spiritualità.

Al termine di queste emozionanti giornate auspichiamo che ce ne siano tantissime altre, in quanto ha insegnato ad ognuno di noi che il mondo avrà bisogno di ascoltare ancora tanta musica e poesia per osare di nuovo sognare. E, sappiamo tutti, che il sogno può divenire anche splendida realtà quando si desidera qualcosa con il cuore e tutti, nel mondo, abbiamo bisogno e desiderio di pace, serenità, solidarietà, per vivere nel rispetto dei precetti del Signore.

RAFFAELE BURGO