Corigliano-22/05/2017:GIUSEPPE GERACI: I LIMITI DELLA VERGOGNA (DI GIOVANNI FERRARI)

GIUSEPPE GERACI: I LIMITI DELLA VERGOGNA

DI GIOVANNI FERRARI

 

     “Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno del popolo italiano colui che compie atti di  disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti  senza alcuna considerazione.” Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale in tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone, non è un politico. E’ un affarista, un disonesto.

Messaggio di fine anno agli Italiani, 1980

SANDRO PERTINI

 

LA QUESTIONE MORALE DI ENRICO BERLINGUER

      «I partiti non fanno più politica», dice Enrico Berlinguer. «I partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia».

 

Rileggere e riascoltare a distanza di anni i grandi principi morali di onestà  intellettuale dei grandi statisti come Sandro PERTINI ed Enrico BERLINGUER, mi riempie di orgoglio e dignità per i grandi valori umani che hanno trasmesso nella società e nelle nuove generazioni, non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato;  purtroppo principi, infangati ed inquinati dal pseudo”  Sindaco delinquente” di Corigliano, un certo Don Giuseppe Geraci che non conosce i limiti della vergogna. Un atteggiamento incomprensibile, preferisce sfuggire al confronto, suscitando ira, polemiche e  soprattutto sdegno nella popolazione.

Altro che gioire su “PREMIO TRASPARENZA”, assegnato da una certa fantomatica società sconosciuta ed ignorata, di nome  ASMENET CALABRIA.  Come è possibile ignorare la presenza di una commissione d’accesso ANTIMAFIA, nominata da Sua Eccellenza Sig. Prefetto di Cosenza, come è possibile ignorare il lavoro certosino delle forze dell’ordine, della Procura della Repubblica di Castrovillari, della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, della Direzione Generale della Corte dei Conti di Catanzaro, a TUTTI va la mia piena  e totale stima e solidarietà, al fine di ripristinare legalità alla corruzione imperante  al Comune e  restituire fiducia e dignità alla popolazione.  A gioire saranno i miei concittadini che tanto hanno sofferto il malessere e il malaffare seminato su tutto il territorio da questo squallido personaggio e dai suoi compari, presto ci saranno pesanti sorprese ed al balcone del Comune sventolerà la bandiera della liberazione e della speranza. Altro che querele, l’ultima sul mio articolo “LETTERA A UN DELINGUENTE”, tutte le querele con mio grande orgoglio,  saranno esposte al Castello Ducale.

Certamente non sono le querele, le lettere anonime e le minacce telefoniche che ricevo quotidianamente, a fermare  le mie idee di libertà e di pensiero.  La mia è una vita vissuta nel mondo accademico, formando generazioni di validi giovani professionisti,  impegnati nel sociale e che hanno dato lustro alla propria Città, che aspirano a partecipare con grande dignità e onestà a CONCORSI PUBBLICI e non a chiamate dirette clientelari della NUORA del DELINGUENTE, (NON  VINCITORE DI CONCORSO A POSTO DI COMANDANTE DEI VIGILI URBANI, CONCLUSOSI  DA CIRCA DIECI ANNI). Cari miei giovani e cari miei studenti coriglianesi, abbiate fiducia e speranza, per la stima  e l’affetto che nutro nei vostri confronti, sono stato sempre vicino alle vostre difficoltà, ai vostri problemi  esistenziali,  in qualsiasi sede universitaria vi abbia incontrato. Nonostante siano trascorsi tantissimi anni,  RICORDO con tanto affetto e con tanto AMORE  i miei maestri di vita e di formazione Magnifico Rettore CARLO BO e DON ITALO MANCINI, per avermi  sempre trasmesso cultura, formazione e soprattutto grandi principi di etica,  onestà e moralità  intellettuale.  

Non dimenticate mai le vostre radici, le vostre provenienze e soprattutto il vostro passato, onorate sempre i grandi sacrifici compiuti dai vostri genitori, che tanto hanno sofferto per farvi studiare e darvi un futuro dignitoso.

Come è possibile aver affidato un Comune ed un territorio come Corigliano ad un fallito nella vita e nella professione, persona incompetente, sprovveduta che non ha mai svolto né ruoli né funzioni, si è arricchito alle spalle della povera gente onesta che ha lavorato degnamente una vita, contribuendo alle gravose tasse e tributi delle casse comunali. Ancora riascolto con drammaticità la registrazione sullo scandalo al cimitero di Corigliano, gridano i defunti dalle tombe, senza alcun procedimento disciplinare nei confronti del segretario comunale, se fossi  stato al suo posto l’avrei licenziato dopo un minuto.

A Corigliano, ormai si vive nella sporcizia, basta passeggiare sul lungomare di Schiavonea, per le strade dissestate e piene di buche,  le fognature che esplodono, il mare già inquinato prima della stagione estiva,  il porto pieno di rottamazione, un’aria irrespirabile, dannosa alla salute, sporcizia ovunque, invece di essere opera trainante di turismo e commercio, al fine di dare sviluppo socio-economico e posti di lavoro a tutto il territorio . Il Sindaco, i dirigenti e gli impiegati pubblici  dovrebbero essere il riferimento etico/civile privilegiato, l’esempio da seguire, invece Corigliano è l’esempio negativo della corruzione e del malaffare, e la sequela degli scandali che sembra essere un fiume in piena. Fatti di questo genere tolgono argomenti, generano sfiducia, a chi come noi crede ancora nel valore e nella necessità di una differenziazione nella gestione dei servizi pubblici.

Come sia  possibile, ancora oggi imbattersi in “figure” impavidi annidati nella Pubblica Amministrazione a praticare a cielo aperto, e impunemente, il malaffare; accadimenti incredibili: travisazione fraudolenta di atti pubblici per far apparire legali azioni illegali, rapine ai suoli demaniali e occupazione violente arbitrarie di proprietà pubbliche per conseguirne illeciti profitti(vedi quello che sta succedendo sulla spiagge di schiavonea, dove si costruisce senza controlli sul demanio),  palazzi  e bar costruiti su Piazza Salotto,  chiudendo  e annullando di fatto la strada del grande scrittore Vittorio ALFIERI, grazie anche al contributo dell’assessore alla  INCULTURA  che ignora i grandi valori umani e morali  del nostro ALFIERI, lavori eseguiti prima ancora di proclamare lo stato di pubblica utilità. Geraci ha avuto un merito, quello di cancellare geograficamente, la storia, la cultura, le tradizioni di Corigliano, annientando tutto a Rossano con la fusione ad una sedicente associazione di azzeccagarbugli denominata UNO, CENTO E NESSUNO. Ricordo come sia vero quanto scritto dalla scrittrice Lorenza  VERROCCHIO: “ Il potere corre sull’acqua e per conquistarlo si cerca di travisare la realtà”.

La vergogna è tanta per i tanti disonesti che pure pervicacemente continuano ad esserci  e ad operare, senza conoscere  i limiti della vergogna.

Mi chiedo, l’associazione a delinque di stampo mafioso che regna da anni al Comune di  Corigliano, sono più irresponsabili che delinquenti, oppure delinquenti perché irresponsabili, persone che potendo, più che mandarli in galera, bisognerebbe rimandarli a scuola, per ricominciare proprio dall’abicì. Ricominciare da zero.

Ora se è vero, come è vero che in vista di elezioni a qualsiasi livello, piovono favori e posti di lavoro, e laddove anche soldi, nonché promesse seduttive sempre disattese, è quello che realmente è accaduto a Corigliano, quante promesse in piena campagna elettorale, per accaparrarsi voti e poi non mantenute, ormai “IL DELINQUENTE”, ha perso persino la fiducia dei suoi sostenitori, che sono veramente schifati e nauseati da questo  indegno personaggio per essere stati ingannati e truffati.

 

 

La magistratura , in particolare i magistrati non hanno dubbi:” La corruzione è un fenomeno assolutamente dilagante perché  è stato per troppo tempo tollerato, in qualche modo giustificato e quindi non efficacemente contrastato, né a livello giudiziario né a livello di prevenzione”. Non solo:” Vi è stato un deciso arretramento su questo fronte, quando sono state assicurate ampie prospettive di impunità per il falso in bilancio, che è la premessa di ogni accumulazione di denaro nero finalizzato al pagamento di tangenti a politici e mafiosi e, quindi, rinunciando a uno strumento indispensabile per il controllo sulla trasparenza in campo economico e imprenditoriale.

Geraci, non avrebbe potuto fare tutto quello che ha fatto, senza la complicità e le connivenze di una opposizione inesistente  e senza una stampa compiacente, pertanto è felicemente accompagnato  da  tanti altri loschi, lestofanti personaggi che non conoscono il senso e il significato di etica e morale.

Gli ignoranti politici del Comune di Corigliano, ignorano persino il senso generale di MORALE, ossia quell’insieme di valori e di regole, su cui vengono elaborate norme di carattere generale a guida dei comportamenti umani.

L’ETICA, o filosofia morale, invece è la dottrina filosofica che ha per oggetto queste regole   e questi valori e unisce  un aspetto descrittivo, della condotta MORALE  e dei valori di fatto a cui si ispira a un aspetto normativo con l’indicazione dei valori e dei criteri che dovrebbero essere  seguiti. Nella storia della filosofia i due aspetti si presentano strettamente intrecciati, nonostante l’esistenza di teorie etiche prevalentemente descrittive come quella di ARISTOTELE, o prevalentemente normative, come quelle di PLATONE, degli stoici e di KANT.

Concludo queste brevi  riflessioni  su due grandi pensatori che hanno suscitato nella mia vita tanto interesse, ammirazione e profondo sentimento: Nicola GRATTERI ed Immanuel  KANT.

“La’ndrangheta, come le altre mafie, si combatte con il carcere duro e la confisca dei beni. Inutile prenderci in giro, con le storie sulla rieducazione del detenuto”.  ‘

 

”Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente…..il cielo stellato sopra di me; e la legge morale dentro di me”.

PROF. GIOVANNI FERRARI . DOCENTE UNIVERSITARIO