Trebisacce-16/02/2018: Potere al Popolo contro le false promesse

TREBISACCE “Una campagna elettorale fatta del nulla”. La definiscono così i candidati dell’Alto Jonio e  della Sibaritide di “Potere al Popolo” commentando le “uscite” dei candidati degli altri partiti e movimenti che solo ora tentano di riportare sul tavolo della discussione problemi ormai incancreniti di questo lembo di territorio considerato da sempre terreno di caccia in occasione delle varie tornate elettorali.  «Noi – scrivono quelli di Potere al Popolo – stiamo continuando a presentare i nostri candidati in tutto il collegio elettorale e stiamo provando a ribaltare il gioco della democrazia, proprio partendo da questo territorio i cui problemi, di giorno in giorno, si fanno sempre più incalzanti. Le altre forze politiche, invece, mantenendosi lontane dai problemi reali della gente, solo ora, come per incanto, intravedono improvvise e miracolistiche soluzioni che tornano molto utili in questo periodo elettorale». Succede così, secondo il portavoce dei candidati di Potere al Popolo, che  all’improvviso viene dato per certo l’avvio del 3° Megalotto della S.S. 106 secondo un progetto che essi ritengono un autentico ”massacro del territorio”, succede che alle lobby del petrolio, dopo la bocciatura del ricorso al Tar del Lazio fatto da alcuni comuni e regioni viene dato il via libera per bucherellare il mare e la terra in cerca di idrocarburi mettendoa  repentaglio il fragile eco-sistema marino e succede pure che all’improvviso, come per miracolo, viene riaperto l’Ospedale di Trebisacce. «E non sei contento? – chiedono ironicamente all’elettore di questo territorio – Non vedi come accorrono tutti a risolvere i tuoi problemi? Cosa vuoi di più? Fattene una ragione, ma tieni conto che si tratta di una campagna elettorale fatta del nulla e non sprecare quindi il tuo voto: il 4 marzo vota i nostri candidati che sono tutti figli di questo martoriato territorio che continuano a impegnarsi nel mettere a nudo le piaghe di un territorio segnato, forse irreversibilmente, da dinamiche prevaricatrici e arroganti che se ne infischiano di partecipazione e socialità e perseguono solo individualismo, accentramento di potere, utilitarismo: Giuseppina Sangineto, Mario Gallina, Antonella Spadafora e Francesco Delia, detto Peppino, i quali nei loro incontri con la gente parlano di esigenza di solidarietà, di urgenza di rappresentanza, di memoria, di coscienza, persino di speranza, cercando di rispondere e di reagire a un groviglio fatto di imbrogli su imbrogli».

Pino La Rocca