Sibari-25/09/2019: IL TRENO… DEI DESIDERI E DEI PENSIERI… ( di Pino La Rocca)

IL TRENO… DEI DESIDERI E DEI PENSIERI…

                                                                                          di Pino La Rocca

Alto e Basso Jonio insieme a tutta la Sibaritide in festa per la partenza del primo treno ad Alta Velocità sulla fascia jonica. Un vero miracolo a cui non credeva più nessuno. Eppure c’è! E’ una grande conquista sociale, certamente arrivato in ritardo, ma c’è! E questo conta! Oggi è possibile partire da Sibari e percorrere tutta l’Italia non con una tradotta ma con il Frecciargento, capace di viaggiare fino a 250 km. all’ora. Ma il miracolo, a pensarci bene, lo si deve ai soldi dei calabresi e non certo a quelli di Trenitalia che finora, per soli motivi di cassetta, sulla linea jonica ha piano piano cancellato tutti i treni a lunga e media percorrenza perché non ritenuti “produttivi”. Risultato: l’isolamento geografico, completato dalle condizioni pietose in cui viene mantenuta la S.S. 106.  Ma, come al solito, in Calabria ci si divide su ogni cosa e anche in questo caso c’è chi ha fatto una festa smodata per un diritto finora negato e chi, invece, ha dato sfogo al proprio livore contro i ritardi e le amnesie della politica nei confronti di questo lembo di Calabria finora marginalizzato anche per la cancellazione dei treni, dimenticando però che sia la Calabria che il Paese è stato governato da tutti i partiti che rappresentano l’arco costituzionale, compresa la Lega di Salvini, gamba destra del Governo Berlusconi per oltre 15 anni. E nessuno, peraltro, ha additato la responsabilità all’indolenza e alla rassegnazione di gran parte di noi calabresi, troppo spesso buoni solo a lamentarci, a piagnucolare e ad assolvere i nostri politici di riferimento, tutti responsabili del grave isolamento geografico e della completa desertificazione che esiste, oltre che nella sanità, anche nei trasporti anche per colpa della becera privatizzazione delle Poste, dell’Enel e, in questo caso, delle Ferrovie da sempre interessate solo al business aziendale. Infatti, come tutti sanno, il Frecciargento è stato attivato da Trenitalia in via sperimentale e per un solo anno, ma a coprire i costi di un servizio considerato da Trenitalia “a mercato” ci ha pensato la Regione Calabria che ha impegnato circa 1milione e 500mila euro di soldi di noi cittadini di questa parte periferica della Calabria finora tagliata fuori da un servizio di cui in Italia dispongono da oltre 10 anni tutte le Regioni, tranne Sicilia e Sardegna. Autentico miracolo, dunque, che forse è da attribuire all’imminenza delle elezioni regionali che comunque, come tutte le consultazioni elettorali, si dovrebbero svolgere più spesso perché sono capaci di produrre miracoli come questi. Comunque sia e checché se ne dica, si tratta di una conquista non da poco per la nostra ferrovia, finora rimasta in buona parte ai tempi di Vittorio Emanuele II ed al 1866, anno dell’inaugurazione della prima tratta della ferrovia jonica. L’appuntamento a Sibari, in occasione dell’arrivo della Freccia non lo hanno comunque disertato gran parte della deputazione nazionale e regionale della zona e, tra questi, il presidente Oliverio, che comunque nei confronti di questa parte di Calabria ha molte cose da farsi perdonare. Ai politici presenti a Sibari ed a chi si è impegnato per far arrivare l’Alta Velocità anche da queste parti, non è certo mancata l’enfasi retorica di un successo che, a prescindere da chi lo ha sponsorizzato, comunque va registrato come una delle poche cose buone fatte a favore di questo territorio. Tra i presenti, il combattivo Vescovo don Francesco Savino, sempre in prima linea nella rivendicazione dei diritti sacrosanti di questo territorio il quale, dopo aver benedetto la marea di gente datasi appuntamento alla stazione di Sibari, ha contestualmente asperso con l’acqua santa il fiammante ETR 600 che, catapultato nella spoglia e disadorna stazione di Sibari, sembrava un’astronave piovuta da Marte e, prendendo la parola, ha invitato i calabresi ad un nuovo protagonismo, capace di rilanciare un territorio che è stato la culla della civiltà e della cultura della Magna Grecia e che oggi è mortificato, rassegnato, ripiegato su se stesso e privo di speranza, soprattutto per i nostri giovani. Non è infatti mancato chi, a questo proposito, commentando sul web la festa popolare riservata al Frecciargento, ha sollecitato una riflessione amara ma terribilmente vera: se le cose non cambieranno, se anche questo Governo che dice di voler investire sul Sud non lo farà, con l’arrivo dell’Alta Velocità i giovani calabresi, tra cui i “cervelli” migliori, faranno più in fretta ad abbandonare la Calabria e ad emigrare verso il Nord e verso l’Europa in cerca di lavoro e di dignità.

Pino La Rocca