Trebisacce-05/10/2021: Valastro: Lettera aperta alla Calabria

Lettera aperta alla Calabria

All’indomani del 4 ottobre, ultimo giorno per le elezioni regionali, mi sono alzata presto stamane con un senso pungente di autunno, e mi sono riversata sulla via Nazionale di Trebisacce, per sentire il clima della vittoria del Centro-Destra. Volevo monitorare le reazioni, e la mia, di reazione, è stata molto deludente. Per la prima volta, a distanza di due decenni, comprendo il significato profondo dell’incipit del romanzo di Ronan Bennett: The CATASTROPHIST,  oggetto di studio all’Unical, al dipartimento di Lingue straniere, in tal caso, inglese: “This is a story of failure”, cioé: “Questa è una storia di fallimento”. Bennett lo riferisce alla storia del libro ambientata a Brazaville, in Congo, al tempo della rivoluzione e tragedia di Patrice Lumumba, il quale, volendo in qualche maniera, salvare il suo Paese dalla  dittatura del Belgio, lo riconsegnò,praticamente, agli Americani per i quali il  Congo  ottenne l’indipendenza, ma non certo la vera libertà. Mi sentivo, camminando alle prime ore del mattino, come reduce da una guerra combattuta chissà dove, dove avrei dovuto alla fine esultare, ma che ora aveva il risultato di un gusto di amaro in bocca. Speravo,chissà, di trovarmi come nel 1945, quando vennero gli Anglo- Americani a salvarci dai nazisti, e invece mi ritrovavo come ai tempi della guerra fredda. Anche questa, la storia della Calabria, come quella del  Nord Irlanda, come quella africana, si trovano a avere aspetti comuni: abbiamo di nuovo perduto la nostra terra, l’abbiamo venduta ai migliori offerenti, o l’abbiamo introdotta nel cambiamento epocale di cui tanti parlano ma che a mio avviso non è mai iniziato?  In un altro romanzo, celeberrimo, di Dostoevskij, “Delitto e  Castigo”, Raslkonikov, l’ex-studente che diventerà  un criminale per aver giustiziato la vecchia usuraia, prima del gesto efferato, ragiona e pensa che Sonya e Djunya si sono vendute ingiustamente per favorire qualcun’altro, perchè loro non avevano diritti nei confronti di uno studente che doveva completare gli studi. Che ne sarà dell’ordine morale, del senso vero della giustizia ? Forse è vero che al giorno d’oggi valori assoluti non esistono, ma la Calabria, non si è forse sacrificata per il “bene” del resto dell’Italia  un’altra volta divisa, separata dall’Italia, una e democratica ? E’ questa la mia domanda, alla quale ancora non trovo risposta. Ai tempi della Resistenza e del governo Badoglio, al nord vi erano i nazifascisti, a Sud invece, sbarcavano gli Alleati,ma forse noi meridionali abbiamo vissuto la guerra in modo diverso? É come se la nostra  stessa identità collettiva fosse messa in discussione da queste votazioni; mai come ora avverto un senso di sconfitta per non aver fatto abbastanza.

Emanuela Valastro