Trebisacce-22/03/2022:     MATURITA’ E SENSIBILITA’

                                  

           MATURITA’ E SENSIBILITA’

 

I ragazzi di oggi sono troppo impegnati a trascorrere il loro prezioso tempo sui social spesso sbagliando ad utilizzarli! Siamo avvolti da una bolla che non ci fa rendere conto dei pericoli del mondo che ci circonda, non siamo in grado di distinguere il bene e il male. C’è anche chi lo schermo lo utilizza per offendere , cyberbullizzare, spaventare, rendere un incubo la vita della persona presa di mira. Il bullismo è il deridere, il prendersi gioco delle persone più deboli. Il bullo spesso è una persona fragile, insicura e triste che maschera le sue debolezze credendosi e mostrandosi forte e prepotente. Sarebbe giusto, invece, aiutare le altre persone per essere  orgogliosi di aver  fatto qualcosa di buono e per “curare” la propria tristezza. Chi assiste ad una scena di bullismo dovrebbe aiutare la vittima, fermando il bullo e facendole capire che non deve demoralizzarsi, dovrebbe anche far capire al bullo che ciò che fa è sbagliato. Il cyberbullismo è considerato molto più pericoloso del bullismo, perché è difficile uscirne, visto che chi bullizza  lo fa attraverso la tecnologia. I protagonisti  del bullismo sono il bullo, la vittima e gli spettatori. Il bullo spesso agisce in gruppo perché  se fosse da solo non varrebbe nulla, il bullo è solo un pallone gonfiato che se si tocca più volte scoppia. Il cyber- bullo è  ancora più debole del bullo, perché si nasconde dietro uno schermo, senza  neanche avere il coraggio di dire le cose faccia a faccia. Se si è vittime di bullismo o di cyberbullismo bisogna affrontare  la situazione senza lasciarsi trasportare dal timore, ma bisogna dirlo alle persone fidate perché ogni essere vivente merita rispetto. Nessuno merita di perdere  la concezione  della bellezza della vita. A nessuno devono essere spezzate le ali della felicità”( Francesca Moscatelli).

Spesso, oggigiorno, i giovani vengono considerati privi di valori veri, propensi soltanto a condurre una vita fatta di superficialità e di futilità.

Ma, per fortuna, ci sono delle splendide eccezioni, che permettono di credere ancora che ci possa essere un futuro degno di essere considerato veicolo di princìpi forti e sani.

Ci sono esempi di giovanissimi che, con maturità e grandissimo senso di responsabilità, dimostrano come possano essere riscoperte le virtù davvero importanti.

Uno di questi fulgidi esempi è Francesca Moscatelli che, a soli tredici anni, è in grado di essere già un positivo esempio non soltanto per tantissimi suoi coetanei, ma anche per tanti adulti.

Francesca, oltre ad essere una bravissima pianista, unitamente ad Alessia, la sorella più piccola, è anche una eccellente studentessa e, proprio in virtù dei valori che le sono stati trasmessi dalla sua famiglia, ha scritto un bellissimo saggio su un tema molto delicato, che è quello del bullismo e del cyberbullismo.

E’ riuscita, con molta chiarezza espositiva, a cogliere il significato di questa brutta piaga che da tempo assilla tante persone di ogni età.

Abbiamo partecipato, in qualità di relatori, a diversi convegni trattanti questo argomento, ma Francesca, con parole semplici ma incisive, ha fatto comprendere come il cyberbullismo, rispetto al bullismo reale, non ha l’intento solo di aggredire o insultare il prossimo, ma diventa un atto persecutorio dato dalla percezione di non avere vie di fuga. Ciò è una delle caratteristiche principali del web e dei social network.

Fino a non molto tempo addietro c’erano i diari segreti, le pagine bianche su cui esternare emozioni, delusioni, tristezze, sofferenze e difficoltà. Era anche, per così dire, “terapeutico” chiudere quel lucchetto e lasciare tutto all’interno, come se si fosse svuotato un sacco pesantissimo da sorreggere da soli. Oggi esiste il web e per molti, soprattutto adolescenti, sembra essere diventato un diario virtuale nel quale raccontare a tutto il mondo le proprie angosce e chiedere agli altri, anche a sconosciuti, condivisione, appoggio e consigli. Tutto questo non sempre è terapeutico, anzi il più delle volte diventa un mezzo indiretto per farsi e per ricevere del male.

Purtroppo, questa bruttissima piaga colpisce più soggetti di quanti si può immaginare, molto spesso con tragiche conseguenze, infatti giovani indifesi, che vengono messi al pubblico ludibrio attraverso pubblicazioni di foto particolari, anche intime, o attraverso la messa in rete di video privati, assaliti da una vergogna che non riescono a gestire, giungono a compiere atti estremi.

Ebbene, Francesca Moscatelli dovrebbe essere applaudita per questo splendido saggio, proprio perché alla sua età riesce a “gridare” con forza “BASTA” a questi sorprusi e quando questo grido viene sollecitato da una giovane diventa ancora più forte, capace di solcare gli oceani della indifferenza.

E’ emozionante ascoltare Francesca leggere con trasporto questo suo saggio, nel mentre si accompagna con il pianoforte; è riuscita a far mantenere alta l’attenzione su un problema molto sentito negli ultimi anni, proprio perché fin da piccoli è necessario far capire che il rispetto per gli altri è sacro.

Non esiste più il rispetto nei confronti del cosiddetto “diverso” e non si tiene conto che le diversità non sempre sono da considerare negative, in quanto ognuno di noi ha interessi differenti, colori della pelle diversi, interessi soggettivi. Spessissime volte sentiamo di aggressioni verbali e fisiche  verso ragazzi obesi, omosessuali, di colore, o con problematiche psicofisiche, che vengono presi di mira pubblicamente online, sui social network, in chat varie con foto, video, frasi ingiuriose.

Essere consapevoli di avere nella nostra società giovani come Francesca Moscatelli, permette di avere un imput maggiore a sperare in un futuro migliore.

Una giovane appassionata di musica, canto, credente, in possesso di grande sensibilità verso problematiche sociali di notevole impatto, non può che essere un faro luminoso per tutti.

Non dimentichiamo mai che il silenzio uccide più di qualunque altra cosa e che l’ignoranza è una delle piaghe più terribili che la nostra società possa sopportare.

Grazie, Francesca, grazie per il tuo esempio.

RAFFAELE BURGO