Cerchiara di Calabria-02/06/2019: Paura per speologi bloccati in una grotta-Salvati dal Soccorso Alpino

Bifurto
Imbocco Bifurto
Soccorso Alp. in azione (Rep.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CERCHIARA DI CALABRIA Speleologi bloccati in una grotta a 50 metri di profondità a causa di una piena improvvisa che ha provocato un’onda anomala, sono stati soccorsi e messi in salvo dai Volontari del Soccorso Alpino e Speleologico “Pollino” dopo ben 4 ore di paura e di angoscia che si potesse ripetere la tragedia del torrente Raganello costata la vita a 10 persone. I 5 Speleologi, tra cui una donna, pare stessero girando un film-documentario per la RAI sulle origini e le caratteristiche morfologiche della grotta in verticale più profonda di tutto il Meridione quando, intorno alle 16.00 di domenica 2 giugno, all’improvviso, sono stati sorpresi da un’onda di piena di acqua e fango mentre si trovavano nelle viscere dell’Abisso del Bifurto ai confini tra i comuni di Cerchiara e San Lorenzo Bellizzi. Le carte topografiche della zona dicono che l’Abisso del Bifurto, detto anche “Fossa del Lupo“, è un profondissimo inghiottitoio che scende in verticale per 683 metri e si trova nel comune di Cerchiara di Calabria, nella parte orientale del Parco del Pollino. A tagliare loro la strada ed a bloccarli nelle viscere della terra è stata una vera e propria cascata d’acqua e detriti che arrivava dall’alto provocata dall’improvvisa tempesta d’acqua di questa primavera anch’essa molto anomala, che li ha bloccati nel pozzo 50, una sorta di stanzone naturale a circa 50 metri di profondità. Ovviamente non si trattava di dilettanti allo sbaraglio ma di scalatori esperti che, per questo, non si sono allarmati e si sono messi in attesa che si ricreassero le condizioni per uscire dalla grotta e risalire all’aria aperta. Valutata infatti la situazione con calma, il quinto speleologo “risparmiato” dalla piena perché si trovava più in superficie,  ha completato la risalita, è uscito dalla grotta e si è spostato rapidamente un pò più a valle per dare l’allarme perché nella zona del Bifurto non c’è campo e i cellulari sono sostanzialmente inutili. Allertati, sul posto sono subito arrivati gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico “Pollino” di stanzaa Castrovillari e Cerchiara di Calabria che conoscono tutte le grotte carsiche e gli anfratti del sottosuolo i quali scesi nella grotta e valutata la situazione hanno organizzato una via d’uscita alternativa e, grazie al coraggio e alla loro alta specializzazione, sono riusciti in poco tempo a metterli in salvo «Sono stanchi e infreddoliti ma – ha informato il presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Calabrese Giacomo Zanfei – i 5 Speleologi rimasti intrappolati nella Grotta del Bifurto non hanno riportato ferite o traumi  e stanno bene: sono stati già visitati dai nostri medici e per nessuno di loro è stato necessario il trasferimento in Ospedale. Per loro – ha aggiunto Zanfei al termine delle operazioni che si sono protratte fino alle 20.20 – si sono resi necessari solo indumenti asciutti e bevande calde per ristorarli dopo ore passate ad attendere che l’ondata di piena desse loro tregua e che i nostri Volontari riuscissero a metterli in salvo». Purtroppo non è andata così nel mese di agosto dell’anno scorso allorquando, anche perché si trattava degli escursionisti della domenica, nel limitrofo torrente Raganello hanno perso la vita ben 10 persone in una tragedia, provocata anch’essa da una grande e improvvisa bomba d’acqua.

Pino La Rocca