Trebisacce-22/08/2014: UNA STELLA CHE BRILLA (di Raffaele Burgo)

UNA STELLA CHE BRILLA

 

 

Il nostro territorio ha sempre espresso grandi talenti in ogni settore della vita sociale: dallo sport, alla musica, dalla pittura alla letteratura e tutti hanno lasciato un segno indelebile in ognuno di noi.

 

Ma la persona di cui parleremo in questa sede ha regalato,regala e regalerà emozioni e tracciato un solco profondo che resterà impresso per sempre nel cuore di quanti avranno la fortuna di apprezzarne le enormi qualità e potenzialità.

 

Parliamo del Maestro Rosa D’Audino, Direttrice della Polifonica Aulos di Lamezia Terme,in possesso di quel classico “fuoco sacro” per la musica, che la porta ad esprimere se stessa in un meraviglioso connubio di arte e sensibilità.

 

La musica è sempre capace di trasmettere sensazioni ed emozioni; ha fatto sbocciare amori, ha fatto nascere amicizie, ma è stata capace di fare ciò soltanto quando è stata fatta con la voce del cuore.

 

Oggi molti artisti cantano, suonano e dirigono, ma sono pochi coloro i quali lo fanno realmente con l’animo.

 

Tra questi c’è Rosa D’Audino, la cui direzione musicale sembra venire da un’altra dimensione, quella interiore, dalla quale scaturiscono sogni, speranze, bellezza, soavità, potenza.

 

Vederla dirigere la Polifonica Aulos,formata da elementi altamente preparati e in grado di trasmettere grosse emozioni,fa venire i brividi, proprio perché ci si rende conto che ci troviamo di fronte una persona meravigliosa, con valori etici eccezionali e, nello stesso tempo, con una preparazione incredibile, che riesce a farti chiudere gli occhi e ti trasporta in un mondo stupendo, fatto di melodia paradisiaca, nel rispetto della tecnica e, soprattutto, del cuore.

 

Non esageriamo dicendo che la musica del Maestro D’Audino arriva all’anima ed è una sua componente sana.

 

Quando dagli occhi scende una lacrima, oppure sulle labbra nasce un sorriso, allora vuol dire che la musica ha fatto centro. Ebbene, in due occasioni in cui la Polifonica ci ha onorato della sua presenza a Trebisacce, la loro performance ci ha commosso, e non poco, pertanto possiamo dire che riescono a far diventare realtà quel sogno di trasmettere positività attraverso la musica.

 

Per lei la musica è una missione, non potrebbe vivere senza di essa e il grande desiderio di perfezionarsi fanno capire, ancora di più, la sua serietà e ciò che la anima in ogni istante della sua vita.

Oltre che per le sue enormi qualità artistiche, Rosa si distingue per la sua semplicità, modestia ed umiltà e per la moralità che ne fanno un esempio per moltissimi giovani, che si perdono nei meandri della solitudine e della disgregazione dei princìpi.

 

Quando inizia a dirigere puoi notare dai suoi occhi che si immerge in un mondo tutto suo, si isola da tutti immedesimandosi nella interpretazione, diventando tutt’uno con la canzone e con la musica: voce, cuore, animo, melodia diventano una cosa sola e chi ascolta non sente più niente attorno a sé, se non queste melodie che sembrano venire dal Cielo.

 

Il Maestro D’Audino ci ha trasmesso un messaggio importante: siamo nell’epoca della comunicazione, e mai come oggi ci accorgiamo come sia complicato comunicare, infatti è necessario conoscere le lingue, gli strumenti, la tecnologia, ma la vera storia degli uomini non si può leggere senza l’amore e lei ha sempre ascoltato il suo cuore e grazie a questo è rimasta se stessa, con i suoi valori, con la sua passione, con la sua semplicità.

 

La personalità autentica di una persona si costruisce anche attorno ad alcuni “no” e il primo di questi è il “no” alla doppiezza; ebbene, Rosa l’ha detto questo “no”, alla mediocrità, ai compromessi inutili e sterili, restando sempre quella di sempre: umile, sensibile, determinata.

 

Al termine delle sue splendide performances è come se fossimo stati realmente rapiti da un trasporto emotivo che in quegli attimi ci fa dimenticare qualunque altra cosa.

 

Ed allora, questa donna di provincia, della nostra sana provincia, ci ha insegnato che tutti abbiamo il dovere di sognare, di pretendere da noi stessi il sogno, di caricare di sogno il nostro oggi, perché diventi ragione del domani che vogliamo.

 

Raffaele Burgo

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