Montegiordano-22/11/2018: Lettera aperta ai cittadini di Montegiordano (di Antonio Farina)

Antonio Farina

Lettera aperta ai cittadini di Montegiordano

Quando una persona non conosce i fatti e si espone sui social, certamente è poco educata, prepotente, arrogante e poca rispettosa verso il prossimo. La persona equilibrata, invece,  prima di esternare un giudizio, positivo o negativo che possa essere, si dovrebbe informare come veramente stanno le cose. Certamente perderà del tempo, ma sicuramente non sparerà cazzate ne tanto meno falsità che potrebbero riverberarsi contro se stesso come oggetto di denuncia.   E’ opportuno che ogni persona di una collettività interessata a determinati argomenti   conosca bene i fatti che, tra l’altro,  sono  suffragati da documenti. E a tal proposito  andiamo  a raccontare i fatti con ordine. Il sottoscritto, quando si insediò come semplice consigliere comunale nel giugno 2014, il primo   provvedimento che mise in atto fu quello di realizzare una biblioteca a Montegiordano marina, il cui intento era quello di fornire ai montegiordanesi un luogo dove potersi recare per  leggere o consultare  libri. Con la sola forza  lavoro degli operai del comune e dei soci della Count Down, ai quali andarono e andranno sempre i miei ringraziamenti, in solo tre mesi fu realizzata la biblioteca. Voglio solo  ricordare a chi ne è stato a conoscenza, ma anche a quelli che fino ad oggi non ne hanno saputo niente, che quotidianamente oscuri dilettanti fotografi giravano intorno alla biblioteca per carpire immagini sull’andamento dei lavori. Quegli illustri dilettanti, piuttosto che  plaudire per la realizzazione della biblioteca, indispensabile, a mio avviso, per la comunità, cercarono in mille modi di ostacolare il recupero di una parte dello stabile dei bagni pubblici,  immobile che il comune aveva realizzato negli anni sessanta settanta, ma poco utilizzato e che nel tempo si era ridotto ad un letamaio. Quei signori  non avevano fatto i conti con la mia determinazione  che  mi diede la forza e l’energia per realizzare l’opera quasi a costo zero. Venne così recuperato una parte dei vecchi bagni pubblici costruita ancor prima che qualche “illustre” cittadino venisse eletto come amministratore  del comune di Montegiordano. Se quel cittadino avesse avuto a cuore la cultura, il recupero dello stabile  dei  bagni pubblici, o qualche altro locale da adibire a biblioteca, lo avrebbe potuto realizzare almeno venti anni fa. Così non fu  e non spetta a me oggi andarne a sindacare la causa. Una volta che la biblioteca fu realizzata doveva essere arredata. A ciò  provvide la Fondazione” Roberto Farina” ONLUS che mise a disposizione della collettività di Montegiordano tutti gli arredi e ventimila mila libri il cui valore ammonta a circa 50.000 euro. Tutto il materiale fu prelevato dalla biblioteca della Fondazione, la quale, come è noto, è ubicata a Roseto Capo Spulico. Il sottoscritto, in qualità di presidente della Fondazione, ha ritenuto   di mettere a disposizione della collettività di Montegiordano una parte del  patrimonio della Fondazione  nella speranza di poter  fornire   ai propri concittadini l’opportunità  di leggere o consultare libri gratuitamente. I libri arrivarono nella nuova biblioteca solo dopo che il l’Amministrazione del comune di Montegiordano firmò un protocollo d’intesa con l’Associazione pedagogica –  culturale, Count  Down, a cui affidava la gestione della biblioteca per cinque anni. Nella delibera di giunta, redatta il 21 ottobre 2014, fu specificato che la “Count Down” doveva essere responsabile del locale e della gestione del patrimonio della Fondazione (stipulato con protocollo d’intesa) e doveva concedere la sede  a tutti coloro i quali ne facessero formalmente richiesta per manifestazioni culturali. Così, come da protocollo, tutte le richieste che fino ad oggi sono pervenute all’Associazione Count Down sono state autorizzate.    Alla biblioteca  devono accedere tutti, indipendentemente  del colore politico e religioso. Certamente non potrà essere concessa alle caste politiche in quanto di parte. Voglio informare ai miei concittadini  che il sottoscritto, girando per l’Europa, ha visitato centinaia di biblioteche, ma in nessuna di esse ha visto manipolare farina o fare lavori che avrebbero potuto danneggiare i libri. La farina è un    carboidrato, alimento facilmente deteriorabile, in cui si possono con facilità sviluppare larve e parassiti che potrebbero alterare la carta dei libri. Esistono nelle biblioteche, come per esempio la biblioteca della Fondazione a Roseto, apposite sale in cui  i bambini possono praticare i loro lavoretti. Attualmente la biblioteca di Montegiordano marina non è idonea ad  ospitare bambini per lavoretti manuali o di pittura. Speriamo che a breve venga sistemata l’altra ala dell’immobile, in tal caso i piccoli potrebbero trovare il loro spazio. Mi  dispiace per le mamme, ma devono capire che i beni altrui vanno  rispettati e tutelati. Infine, voglio ricordare che la Fondazione Roberto Farina  non può lasciare alla mercé di tutti il suo patrimonio, ma deve sapere chi utilizza la biblioteca, perché,  qualora venissero portati via dei libri, come già è successo, deve essere in grado di individuarne i responsabili. Se qualcuno volesse ulteriori chiarimenti, piuttosto che mettersi in mostra sui social per fare polemica e aizzare la gente, sarebbe opportuno che chiedesse delucidazioni ( ci sono i documenti), sicuramente ci farebbe più bella figura e soprattutto non parlerebbe senza sapere. Il vento porta via le menzogne, la verità rimane sempre scolpita nella memoria della gente!

Montegiordano 18/11/2018                                                 Dott. Antonio Farina