Montegiordano-11/08/2019: R e s t o   a l   s u d ? ?

R e s t o   a l   s u d ? ?

Quali possono essere le prospettive future in una regione come la Calabria?

Decisamente i genitori se lo sono chiesti molte volte vedendo i figli partire con tanta voglia di non tornare mai più. Per un giovane le alternative sono poche e rari sono i casi in cui restano e soprattutto investono.

Pertanto questo binomio merita particolare attenzione.

 

 

Il Porto a Secco di Montegiordano Chiude

E’ quello che è successo a due giovani imprenditori, titolari della ditta DAMAR (acronimo dei loro nomi, Daniele e Marco), che, con grande coraggio, hanno deciso di aprire una azienda (un Porto a Secco) usufruendo degli investimenti Comunitari.

In particolare hanno usufruito del cosiddetto PIA IG, ossia ‘Pacchetti Integrativi di Agevolazioni Impresa Giovanile’. Questo progetto realizzato a Montegiordano (Cs) consiste (visto che ancora la società è in essere) nella formazione di un porto turistico a secco per l’alaggio e varo delle barche, con annesso un stabilimento balneare. L’investimento richiesto è stato di € 470.000, di cui il 40% a fondo perduto.

L’area su cui realizzare il suddetto porto a secco era il vecchio campo di calcio di Montegiordano con gli annessi spogliatoi. Detta area avrebbe potuto (e potrebbe) ospitare circa 150 barche per turismo o per i tanti appassionati di pesca sportiva.

Appare evidente che per una località a vocazione esclusivamente turistica – come dovrebbe essere Montegiordano – un porto che avrebbe garantito almeno 600 turisti tutto l’anno – ed il relativo indotto – sarebbe stata una boccata di ossigeno, data la palpabile  costante diminuzione di turisti a favore delle confinanti Rocca Imperiale e Roseto Capo Spulico che negli ultimi anni hanno incentivato in maniera eccellente il turismo grazie a lungimiranti amministrazioni comunali.

Ma andiamo per ordine. La DAMAR viene fondata nel 2009 e, come prassi vuole, viene presentato un progetto e vengono richiesti tutti i permessi necessari, compreso quello relativo alla concessione del suolo per un importo di circa euro 10.000 annui.

L’amministrazione comunale dell’epoca – con il Sindaco Ing. Lamanna – deliberò all’unanimità la delibera di approvazione del progetto, voluto fortemente dal compianto Assessore al turismo Dot Franco De Santis.

All’uopo occorre precisare che la Damar sottoscrisse con il Comune un contratto oneroso di comodato per l’edificio (ex spogliatoi) ed una piccola porzione di terreno retrostante. Detta area era oggetto anche della Concessione Demaniale per cui la Damar ha dovuto corrispondere un doppio canone per la stessa area ma questo non è mai stato un problema finchè l’attività non è stata ostacolata.

La Damar, seppur con qualche difficoltà, dovuta al mancato versamento dei SAL Regionali, finchè ha potuto ha sempre onorato i suoi impegni.

Nel 2013 la società chiede nuovamente alla regione il SAL finale di oltre euro 70.000 scoprendo che le somme dovute, nel frattempo, sono diventate indisponibili a causa di errati investimenti da parte della società che gestiva i fondi europei per conto della Regione. A tutt’oggi la Damar deve ancora avere la predetta somma.

Inoltre il progetto prevedeva che l’attività non potesse essere ceduta o cessata se non decorsi sette anni dal collaudo finale, che ad oggi la Regione deve ancora effettuare nonostante i continui solleciti in merito.

Nonostante tutte le descritte difficoltà economiche, la DAMAR ha continuato la sua attività anche eseguendo a proprie spese (mai rimborsate, pari a decine di migliaia di Euro documentati), ma per conto ed in sostituzione del Comune, onerose opere annuali di ripristino della barriera frangiflutti, della scogliera e dello scivolo comunale per l’alaggio ed il varo, annualmente danneggiati dalle mareggiate invernali. Opere necessarie per permettere un regolare svolgimento delle attività, nel rispetto dell’ambiente.

I giovani calabresi, soci della Damar, non si sono mai spiegati il perché le ultime amministrazioni comunali hanno ostacolato in tutti i modi la loro attività, nonostante tutti i loro sforzi per mantenere in vita il porto turistico di Montegiordano – unico nella zona – che avrebbe dovuto essere motivo di orgoglio per il paese. Alcuni amministratori e funzionari Comunali non sono mai stati felici di avere gente  ‘straniera’ a Montegiordano. Infatti, dopo la morte del dott. De Santis, improvvisamente vengono intensificati i controlli alla Damar con visita annuale da parte della Guardia Costiera, Vigili Urbani, Guardia di Finanza, NAS, ecc., con, come conseguenza, multe salate e denunce penali (risolte in bolle di sapone), trattandosi di terreno Demaniale, oltre i costi per la difesa nei vari Giudizi.

Inoltre, i mai solerti amministratori e funzionari comunali hanno immediatamente trasmesso all’allora Equitalia il mancato pagamento del canone di concessione nonostante le continue richieste di compensazione con quanto dovuto dal Comune per le opere di ripristino di cui sopra e nonostante la richiesta di rateizzo delle somme dovute per permettere la prosecuzione dell’attività turistica.

Nonostante tutto ciò i ragazzi CALABRESI della Damar non hanno perso fiducia nelle Istituzioni ma, di fronte all’immobilismo anche della nuova amministrazione che ha rinviato qualsiasi discussione e soluzione al prossimo settembre – facendo di fatto saltare l’intera stagione turistica 2019 -, sono stati obbligati a sospendere l’attività il 5 agosto, in piena stagione turistica, costretti a negare la loro attività a decine di imbarcazioni che mai come quest’anno, vista la nuova vicenda del vicino porto di Marinagri, erano pronte a trasferirsi al porto a secco di Montegiordano, che per ora non esiste più.

Rimane solo un terreno arido e spoglio con qualche carrello vuoto, testimonianza di quello che avrebbe potuto essere ma che non si è voluto che fosse.

Se la domanda era ..Resto al sud..la risposta a Montegiordano è decisamente negativa.

DaMar S.r.l.