Trebisacce-24/10/2019: Cotticelli: Ospedale bello, ma difficile da riaprire!

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TREBISACCE «Non c’è che dire, davvero un gioiellino! Addirittura meglio di come me lo ha descritto il sindaco Mundo. Ovviamente va riempito di contenuti, ma….». Sono le testuali parole del Gen. Saverio Cotticelli Commissario ad Acta per il rientro dal debito sanitario pronunciate a più riprese nel corso della sua visita al “Chidichimo” programmata per rendersi conto di persona della situazione logistica del presidio sanitario di cui si aspetta da oltre 3 anni la riapertura dopo la Sentenza del Consiglio di Stato e il conseguente Decreto firmato dal predecessore di Cotticelli. Un sopralluogo fatto in lungo e in largo in compagnia di amministratori e medici, che per la verità ha rinnovato le reiterate visite dei suoi predecessori e dei vari Direttori Generali che nel corso degli anni si sono avvicendati, talvolta scaldando una sedia molto lautamente remunerata, e che mai hanno rivolto seriamente la loro attenzione all’Ospedale di Trebisacce. Per la verità il Gen. Cotticelli, secondo l’opinione di chi è stato testimone di tutte le precedenti passerelle, ha dato l’impressione, da militare di provenienza, di essere una persona diversa, seria, concreta e consapevole dei suoi poteri ma, considerato che è stato chiamato per “il rientro dal debito sanitario”, anche dei suoi inevitabili limiti. Cotticelli, infatti, dopo aver dato atto al sindaco Mundo di essere stato in questi mesi “un garbato ma tignoso” interlocutore, partendo dal presupposto che è stato un madornale errore chiudere ospedali come il “Chidichimo” senza tener conto dell’assetto territoriale, ha assunto l’impegno di adoperarsi in tutti i modi per recuperare quei servizi sanitari che sono venuti meno, non solo per la chiusura dell’Ospedale ma anche a causa di una cattiva organizzazione delle risorse economiche e umane. Sollecitato a dichiarare quale impegno concreto si sentisse di prendere per questo territorio, il Commissario Cotticelli, dimostrando di conoscere bene l’assetto territoriale dell’Alto Jonio, non ha fatto proclami e annunciato la rivoluzione e, se vogliamo, non ha promesso neanche la riapertura dell’Ospedale: «Stante la situazione finanziaria della sanità calabrese, – ha risposto chiaramente a fronte della sollecitazione – non sono in condizioni di fare miracoli. Mi adopererò, a partire da domani – ha aggiunto Cotticelli dando l’incarico al presente dr. Laviola in qualità di soggetto attuatore del Decreto e della Sentenza di fare una immediata ricognizione delle maggiori criticità – per correggere le disfunzioni afferenti la sfera organizzativa che dimostra tantissime lacune, ma non posso assumere l’impegno di mandare a Trebisacce tutti i medici che mancano per riaprire tutte le Divisioni previste in un Ospedale, anche perché mancano in Italia specialisti come Anestesisti, Cardiologi, Ortopedici, Chirurghi…». Parole chiare e coraggiose, se vogliamo, che non aprono il campo a facili illusioni circa il ritorno del “Chidichimo” alla situazione “de quo ante” ma che, al momento, garantiscono l’impegno a risolvere i problemi organizzativi più urgenti, tra cui, visto che ora ci sono i fondi, il ripristino della Sale Operatorie per cui ha assicurato il massimo dell’operatività. A  livello organizzativo, invece, il Gen. Cotticelli, dimostratosi rispettoso del ruolo dei sindaci, ha assunto l’impegno nei confronti di quelli presenti, di adottare subito i provvedimenti necessari per aumentare le ore delle presenze dei Medici di Base nei paesi montani, per ridurre le liste d’attesa colmando i vuoti dell’organico tra cui quello del Diabetologo, dei Medici del CIM e dei Cardiologi, invocando, a questo proposito, una maggiore disponibilità da parte dei Cardiologi dell’Ospedale di Castrovillari che, essendo per il “Chidichimo” l’Ospedale-Spoke di riferimento, a suo dire, dovrebbero assicurare una maggiore collaborazione. Da persona seria e pratica, Cotticelli ha detto di voler operare in sinergia e attraverso un lavoro di squadra con gli amministratori locali, con i Medici e in stretta collaborazione con il management dell’Asp di Cosenza che, secondo un’opinione abbastanza diffusa, nel corso degli anni si è dimostrato il vero anello debole, e forse anche prevenuto, della complessa catena operativa.

Pino La Rocca