Trebisacce-27/04/2020: LO SPIRITO OLIMPICO (di Francesco Cozzo)

Francesco Cozzo

LO SPIRITO OLIMPICO (di Francesco Cozzo)

 

“Quando l’uomo ricava denaro dallo sport, quest’ultimo degenera. Chiunque lo ami, perciò, deve combattere senza quartiere contro il professionismo”. Sono parole di Luther Gulick, insegnante e dirigente sportivo statunitense, nato nel 1865 e morto nel 1918.

Gulick fu a capo del Dipartimento di Educazione Fisica dell’International YMCA Training School di Springfield, nel Massachusetts. In quel periodo, domandò al professor James Naismith di inventare un gioco che gli studenti potessero svolgere in palestra nei mesi invernali, tradizionalmente caratterizzati da un clima rigido, poco adatto alla pratica di attività all’aperto. Le origini del basket risalgono proprio a quella particolare richiesta.

Per tanto tempo, in effetti, il mondo dello sport è rimasto fuori da logiche strettamente legate ai guadagni e alla possibilità di intraprendere una carriera. Basti pensare a ciò che è accaduto nel tennis: i professionisti furono lungamente esclusi dai tornei di maggior prestigio, prima che il 1968 segnasse l’inizio dell’era Open.

Lo scenario attuale è differente da quello di alcuni decenni fa. Tranne in rari casi, il dilettantismo rappresenta un lontano ricordo: ormai trasformati in autentiche macchine da soldi, gli atleti inseguono vittorie e fama in modo ossessivo.

L’ambizione, la cura dei dettagli e il desiderio di provare a superare i limiti costituiscono certamente caratteristiche positive. Gesti tecnici stupendi ed emozioni fortissime, inoltre, continuano a essere presenti. Lo sport rimane meraviglioso, pur essendo enormemente cambiato.

Nemmeno gli investimenti finanziari devono essere criticati a prescindere, se utili allo sviluppo di un movimento che ha un impatto gigantesco sulla popolazione mondiale. Il vero problema, come spesso succede, risiede nelle esagerazioni: in alcuni settori, gli ingaggi e i montepremi hanno raggiunto cifre impressionanti. Piuttosto che essere spinti da una vera passione, troppi ragazzi scelgono la disciplina da praticare in base al livello di ricchezza che essa potrà garantire loro.

I valori originari, invece, emergono tuttora con costanza durante le Olimpiadi. Intendiamoci: si tratta pur sempre di avvenimenti che muovono una spaventosa quantità di denaro. Il rinvio di Tokyo 2020, dovuto ai ben noti problemi causati dalla diffusione del coronavirus, è costato al Giappone oltre cinque miliardi di euro.

Gli eventi a cinque cerchi, però, conservano un fascino unico, dando spazio agli sport meno famosi ed esaltando qualità di cui altri contesti sembrano rimasti privi.

Ancora oggi, insomma, è possibile riscontrare l’esistenza dello spirito olimpico, una condizione che, secondo la definizione del barone Pierre de Coubertin, “cerca di creare uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto universale dei principi etici fondamentali”.

L’appuntamento con la trentaduesima edizione dei Giochi estivi moderni è stato posticipato al 2021. Saremo costretti ad aspettare più del previsto, dunque, prima di tornare ad assaporare quelle magiche sensazioni che ci mancano moltissimo.

Nel frattempo, lo spirito olimpico può animare tutti noi nella vita di ogni giorno, aiutandoci a superare i disagi provocati dalla terribile emergenza sanitaria con cui dobbiamo fare i conti.

 

Francesco Cozzo