Trebisacce-29/10/2020: Rubrica letteraria a cura di Salvatore La Moglie

COVER ANTOLOGIA PREMIO SPLENDORE DEL TALENTO 2020–

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salvatore La Moglie

Rubrica letteraria a cura di Salvatore La Moglie

 

Per gentile concessione dell’autore, proponiamo ai lettori de La Palestra il racconto inedito di Salvatore La Moglie Luigi di Maddalena che, di recente, ha ottenuto il premio di Vincitore Assoluto con titolo di Eccellenza al Premio Centoverba presieduto dalla poetessa Gabriela Verban. Buona lettura.

La Redazione de La Palestra

 

Luigi di Maddalena era chiamato così perché al paese c’era la consuetudine di indicare i figli di famiglia col nome delle madri, specialmente se vedove. Cosa, questa, che può far pensare a una certa potenza del matriarcato ma, in verità, era solo perché le donne, durante la civiltà contadina, lavoravano come e anche più degli uomini, portando avanti la numerosa prole con enormi sacrifici e, pertanto, nel paese-villaggio-globale, erano molto conosciute e apprezzate.

Dunque, Luigi era figlio di Maddalena e rimase tale per sempre, anche dopo che la madre era morta e viveva insieme alla sorella  Teresa, che non era sposata e che lo proteggeva ma lo rimproverava anche severamente al momento opportuno. La sorella era molto materna e, in verità, per lui era come una seconda madre. Luigi era nato con il “difetto” di quella che, con terminologia specifica, si chiama disartria (u scilingo, lo chiamavano in paese i ragazzacci che si prendevano beffe di lui) e, quindi, non articolava bene le parole e le deformava. Per esempio, la parola sigaretta diventava silè e, lui, questa parola la usava spesso perché amava fumare, tanto che, se non aveva sigarette, raccattava per strada le cicche degli altri.

Luigi era per tutti il diverso del paese, l’idiota, quello con cui scherzare e da prendere in giro perché tanto era innocuo e subiva. In verità, Luigi era un uomo intorno ai trent’anni molto buono, pacifico e con un sorriso dolce e disarmante, tanto che solo un malvagio o un balordo poteva pensare di sbeffeggiarlo e di fargli del male. E, infatti, qualche imbecille o balordo di turno ogni tanto si divertiva a farlo arrabbiare o perché gli faceva il verso o perché gli offriva una cicca di sigaretta dalla quale non c’era più nulla da ricavare e gliela sbatteva in faccia dicendogli con un sorriso beffardo: «Tiè, Luì, fumati pure questa!…». E lui, buono com’era, non reagiva all’insulto e si voltava solo dall’altra parte infastidito ma senza replicare alle cattiverie dei cosiddetti normali. Quante volte i ragazzacci del paese lo rincorrevano gridandogli dietro e quasi come intonando una canzone: «Luigi di Maddalena! Luigi di Maddalena!… Luigi u scilingo! Luigi u scilingo!…». E lui, il poveretto, si allontanava per evitare di litigare o di replicare agli insulti e alle beffe con qualche ceffone, come in effetti meritavano. Una volta soltanto era accaduto e la sorella s’era trovato a casa tutta l’aggressiva famiglia del ragazzaccio di turno che, invece di essere duramente ripreso dal padre e dalla madre, era stato difeso contro il diverso del paese che, con la sua strana presenza, infastidiva i ragazzi e incuteva loro paura…

La sorella, povera donna, gli disse un giorno: «Luigi, tu sei un uomo buono, fratello mio, ma non sei fatto per questo mondo… La gente è cattiva… i ragazzi si prendono beffa di te perché sei nato così… con questo… con questo difetto… Ma tu sei il più buono di tutti e io impedirò a chiunque di farti del male… Finchè ci sarò io su questo mondo, nessuno ti deve toccare…». E lui, piangendo, abbracciò la sorella e le disse: «Tu vi’ mi’… tu solè pi buo’ mo’… I vo tan be’… I vo tan be’…»: Tu sei la vita mia… tu sei la sorella più buona del mondo… Io ti voglio tanto bene… Io ti voglio tanto bene

Accadde, però, che un giorno a Teresa (secondo l’uso del paese) gli fu presentato un brav’uomo che la voleva come moglie. Teresa era molto agitata. Quell’uomo le era piaciuto ma si era posto subito il problema del fratello: che fine avrebbe fatto Luigi? Chi lo avrebbe protetto? Chi avrebbe avuto cura di lui?… E così disse al brav’uomo che la cosa non poteva avere un seguito perché lei aveva uno sventurato fratello a cui badare, ecc. ecc. L’uomo le rispose che non c’era alcun problema: lo poteva portare con sé nella nuova casa in cui sarebbero andati ad abitare, in un altro paese lontano dal loro. Teresa si rincuorò e così stava per iniziare una nuova vita, certamente migliore di quella che avevano fin allora vissuto. Da quel momento ci sarebbe stato anche suo marito a proteggere il fratello dalle cattiverie del mondo.