Trebisacce-17/05/2014: Carmela Maradei: Niente Pronto Soccorso per Trebisacce!!!!!

COMUNICATO STAMPA

Altro che del Pronto Soccorso. Per Trebisacce e Praia a Mare non sarà attivato nessun pronto soccorso, come più volte annunciato dal Commissario Scopelliti, ma ci sarà invece la chiusura sia dei 10 posti di  Lungodegenza che del Punto di Primo Intervento attualmente attivi. Nessuna possibilità quindi per   Trebisacce e tutto l’Alto Jonio di usufruire di prestazioni ospedaliere per acuti e post-acuti, nonostante un grosso bacino di utenza di circa 60.000 abitanti , 17 comuni di cui molti montani,  e di cui molti distanti oltre un’ora e mezza  dall’ Ospedale  più vicino. Ciò è quanto emerge da  notizie trapelate sul  Documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’Emergenza Urgenza, e del territorio che il Commissario Scopelliti ed il sub commissario Urbani hanno elaborato nei mesi scorsi; il documento è stato già  inviato a Roma  nei giorni scorsi e  sarà discusso e approvato in modo definitivo il 30  maggio prossimo dal tavolo Massicci. In particolare il documento prevede,  che l’attività di post-acuzie quindi la Lungodegenza (cod. 60) di Trebisacce e  di Praia a Mare e la Riabilitazione intensiva (cod. 56) di Mormanno non devono  stare nelle case della Salute e nei CAPT (ospedali pubblici riconvertiti),  mentre ciò viene consentito nelle strutture private. Proprio la Lungodegenza di Trebisacce, attivata da oltre un anno dall’ASP di Cosenza secondo il Decreto 106/12, aveva ridato fiducia ai cittadini nella speranza di realizzare un modello di integrazione ospedale territorio sperimentale ed  unico non solo in Calabria, che prevede la totale presa in carico del paziente in un sistema moderno per intensità di cura; la struttura di Trebisacce, a bassa intensità, poteva svolgere un ruolo di alleggerimento per gli Spoke vicini, sempre intasati e caotici,  di Castrovillari e Rossano, nella gestione di pazienti che richiedono intensità di cure ridotte ma complessità assistenziale a volte aumentata. Anche questa possibilità ci viene negata.   Altri elementi negativi  provengono da una ridistribuzione della  Continuità Assistenziale, che dovrebbe passare dalle attuali 335 postazioni di guardia medica a  250 unità (85 postazioni in meno in tutta la Calabria). Anche i Punti di Primo Intervento (PPI)  entro il 30 gennaio 2015 saranno trasformati tutti in postazioni del 118. Attualmente il servizio dei PPI attivo negli ex ospedali chiusi, come Trebisacce,  è erogato in H24  per prestazioni in emergenza-urgenza e per casi di media-bassa complessità. Nel nuovo piano in corso di approvazione  è prevista la chiusura dei PPI delle Case della Salute (quindi anche di Trebisacce) e dei CAPT ed il trasferimento delle attività al 118 entro un anno (30 gennaio 2015). Solo nel periodo estivo nelle strutture di Praia a Mare e Trebisacce saranno attivati  dei Punti di Primo Intervento estivo che garantiranno  un servizio minimo. Peraltro nel piano sembrano confermati e potenziati i due  ospedali di zona montana che, con circa  60 posti ciascuno (Acri 62 pl e S. Giovanni 53pl) consumano ben 10 strutture complesse, coprendo ognuno un bacino di utenza di soli 20.000 abitanti. Poichè gli ospedali di zona montana sono presidi ospedalieri di base previsti per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), tempi massimi  per un servizio di emergenza efficace, si può affermare che  l’area dell’Alto Jonio, avendo tutte le succitate caratteristiche ma  avendo un bacino di utenza di oltre 60.000 abitanti, triplicato  nel periodo estivo, avrebbe il diritto ed i requisiti per avere un ospedale Generale a garanzia  non solo dei turisti, ma soprattutto dei residenti  di tutta l’area,  per un servizio di emergenza serio ed efficace a garantire la salvezza di tante vite umane. Attualmente invece bisogna sperare  di non essere soccorsi dal 118, ma da chi in tempo utile può consentire di raggiungere il P.O. di Policoro, struttura più vicina per molti comuni. Eppure soltanto la mobilità passiva verso la Basilicata coprirebbe il 50% delle spese di un ospedale generale a Trebisacce. Peraltro solo in provincia di Cosenza  non è  previsto alcun ospedale generale (ne sono previsti 2 al  centro (CZ)  ed 1 al sud (Reggio).  Ormai è chiaro che la costante del commissario per il piano di rientro è stata quella di penalizzare sempre la provincia di Cosenza in generale, e l’Alto Jonio in particolare, e fatto salvo le eccezioni. Nonostante i continui e disperati appelli di oltre 20 Associazioni locali, di tutte le istituzioni  e molti rappresentanti politici e dell’ordine dei medici, la provincia di Cosenza e soprattutto l’Alto Jonio continuano ad essere la cenerentola della Calabria dimenticata e abbandonata. Si invitano le istituzioni locali, provinciali e regionali ad intervenire per far si che non si consumi un’altra ingiustizia. Tutto ciò a futura memoria dei nostri figli e nipoti.

 

Comitato Sanità Alto Jonio Cosentino

Dott.ssa Carmela Maradei